Follow my blog with Bloglovin Google+ I TESSUTI: Fibre naturali - Fibre animali: la lana ( prima parte ) - Back to SelfCouture

giovedì 14 febbraio 2013

I TESSUTI: Fibre naturali - Fibre animali: la lana ( prima parte )


Cari lettori, in questo periodo  non sono stata molto presente perché il mio perfezionismo unito al desiderio di pubblicare un contenuto utile,il più possibile completo e soprattutto presentato in maniera organica e comprensibile, mi ha portato ad effettuare una ricerca lunga e laboriosa e ad organizzare la stesura del post.

Oggi continua la serie sui tessuti ed inizio a parlare delle fibre tessili naturali di origine animale.

Appartengono a questa categoria la lana e la seta, tessuti usati moltissimo nella confezione sartoriale di alta qualità.

Iniziamo!

LE FIBRE TESSILI DI ORIGINE ANIMALE

Le fibre tessili animali sono formate essenzialmente da sostanze proteiche , macromolecole formate da carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e ,in alcuni casi, da  piccole quantità di zolfo.
La sequenza ed il tipo di macromolecole  determinano la struttura della fibra, incidendo sulla qualità , le caratteristiche, e conferendo un aspetto filamentoso alla stessa se vista al microscopio.


Le fibre tessili animali possono essere :


FIBRE DI ORIGINE ANIMALE DA VELLO O TOSA


FIBRE DA BULBO PILIFERO : DERIVANO DAL VELLO O PELO DEGLI ANIMALI DA TOSA ( in questo caso la loro struttura fisica è molto simile alla cheratina , la sostanza presente nella struttura del capello )






BACO DA SETA





FIBRE DA SECREZIONE DA INSETTO

( LEPIDOTTERO ): ES. RICAVATE DAL BACO DA SETA
    

LA LANA

PROPRIETA' DELLA FIBRA


  • LUNGHEZZA: 
    • dai 4 ai 12 cm per le lane più fini;  
    • dai 5 ai 17 cm per le lane di spessore medio;
    • dai 12 ai 35 cm per le lane grossolane.
  • DIAMETRO :
    • 16-17 MICRON PER LANE FINE;
    • 40 MICRON PER LANE ORDINARIE;
    • FINO A 50 MICRON PER LANE GROSSOLANE;
  1. Brucia difficilmente e se bruciata lascia un caratteristico odore di osso bruciato e il residuo della combustione ha la tipica forma di grani, polverizzabili al tatto; 
  2.  IGROSCOPICITA': Assorbono l'umidità fino al 30% del loro peso senza subire alterazioni o deformazioni, asciugano lentamente;
  3.  Resistono all'azione degli acidi ma reagiscono all'azione degli agenti alcalini (es:soda caustica ) sciogliendosi completamente ;
  4.  Tendono ad ingiallirsi alla luce del sole, indebolendosi alla azione del calore;
  5.  RESILIENZA : se sottoposte ad una  azione deformante riprendono il loro stato iniziale anche se lentamente;
  6. ELASTICITA' ED ALLUNGAMENTO: la caratteristica arricciatura, maggiore nelle lane più fini, migliora in generale tutte le qualità della lana in termini di resistenza all'usura, voluminosità e termocoibenza; il calore umido diminuisce l'arricciatura e quindi anche le qualità che ne derivano;
  7. TERMOCOIBENZA:Capacità di isolare dall'azione del freddo e del caldo; 
  8. RESISTENZA: E' la fibra più resistente all'usura, sopportando anche cicli di rigenerazione. Non viene attaccata da muffe e batteri ma può essere attaccata dalle tarme.


Le caratteristiche qualitative della fibra si comprendono meglio se si osserva la struttura al microscopio e se ne studia la composizione. 

STRUTTURA DELLA FIBRA


SCHEMA DELLA FIBRA DI LANA VISTA AL MICROSCOPIO


Chimicamente 

la lana è composta per :

  • 85% da proteine che appartengono alla famiglia della cheratina, una proteina contenente carbonio,idrogeno,ossigeno, azoto e zolfo;
  • 12 % da altre proteine ;
  • 1-2% da lanolina, una sostanza grassa secreta dall'epidermide dell'animale, origine del colore giallognolo della fibra.

Morfologicamente

Possiamo suddividere schematicamente la fibra in 3 strutture concentriche:
1)  la cuticola: è la membrana che riveste la fibra; è formata da tre strati .

Se si osserva al microscopio è composta dalla sovrapposizione di scaglie, simili a tegole ondulate, con il bordo ondulato rivolto verso la punta, ricoperte da una sottile pellicola impermeabilizzante (epicuticula ).

Questa struttura esterna rende possibile l'infeltrimento della lana.
Infatti sottoposta all'azione combinata dello sfregamento, del calore e dell'umidità le scaglie che la compongono si sollevano intrecciandosi tra di loro e saldandosi fermamente.
Soprattutto il calore combinato con l'azione dei solventi gioca un ruolo fondamentale nell'infeltrimento della lana.

La qualità della cuticula incide anche sulla qualità della fibra, determinando: 
  • il grado di forza della fibra, dovuta alla sovrapposizione delle scaglie;
  • la diversa igroscopicità ( capacità di assorbire le tinture ), anche in funzione della pellicola esterna  ;
  • differente resistenza alle sollecitazioni meccaniche e alla dispersione di lanuggine, attribuibile anche alla disposizione delle scaglie che formano la cuticola ( se è regolare conferisce una maggiore resistenza ed elasticità alla fibra).
2) il cortice (cortex ): è la parte interna della fibra formata da strutture di cellule  filamentose ed elicoidali di cheratina ( a 3 o 7 eliche ), ritorte tra loro e compattate in strutture più grandi dette microfibrille.

La struttura elicoidale è l'elemento che determina l'elasticità della fibra ed il grado di resilienza, ossia la caratteristica di mantenere la forma e non formare grinze sul tessuto.
Fasci di microfibrille formano una struttura macromolecolare detta macrofibrilla. 

Il cortice è suddiviso in :

-para cortice, una sezione in cui le macrofibrille sono distribuite in maniera più ordinata e coesa, più fibroso e meno penetrabile dai coloranti; 
-orto cortice, una sezione nel quale le macrofibrille sono amalgamate e condensate tra loro in maniera più irregolare. Queste ultime, gonfiandosi , reagiscono meglio delle precedenti alla tintura.

3) il midollo: è un cavità porosa vuota o piena d'aria costituita da cellule rombiche, quasi sempre presente nella lana con diametro superiore ai 30 micron, e assente se inferiore. Una fibra "midollata" risponde male alla filatura e alla tintura inoltre è più rigida alla piegatura e all'arricciamento.



FASI DI LAVORAZIONE

La lavorazione inizia con la :


PREPARAZIONE DELLA LANA


1) Con la TOSATURA si separa la lana dal vello degli animali. 

Può avvenire a mano o con cesoie meccaniche.
Generalmente si effettua una volta all'anno, a primavera. 
A volte può essere effettuata anche ad autunno ( doppia tosatura ) e si otterranno delle fibre più corte ( lana bistosa )
Se l'animale è stato lavato prima della tosatura, si ottiene lana saltata altrimenti  lana sucida o sudicia.


Gli animali sui quali si effettua la tosatura sono:

  • OVINI :
    • PECORA COMUNE,
    • PECORA MERINOS,
    • PECORA SHETLAND,
    • PECORA INCROCIATA;
    • CAPRA TIBET E CACHEMIRE
    • CAPRA ANGORA
  • LEPORIDI:CONIGLIO D'ANGORA
  • CAMELIDI:
    • LAMA,
    • ALPACA,
    • VIGOGNA,
    • HUANACO,
    • DROMEDARIO,
    • CAMMELLO
  • BOVINI:
    • BUE DEL TIBET,
    • YACK
La lana che proviene dalla tosa su animali vivi è detta LANA VERGINE.
La lana proveniente dalla tosa su animali già morti è detta LANA DI CONCIA.

2) Con la CERNITA: con la quale si classificano i diversi tipi di fibra ottenuti attraverso la tosatura sulla base della zona di provenienza del vello.
    A seconda della parte del corpo tosata, si ottiene una fibra dalla qualità diversa.
  •      Dalle spalle e dai fianchi dell'animale: le fibre sono più lunghe, sottili ed elastiche, è la zona con le fibre di qualità migliore;
  •      dalla schiena: le fibre sono corte e ruvide;
  •      dal ventre: le fibre sono molto corte e poco resistenti.
3) Con il LAVAGGIO: si eliminano le impurità dalla lana, come il grasso, la terra, escrementi, etc.

La lana passa attraverso una batteria costituita da :


  • apritoio: la lana viene aperta , con una prima eliminazione delle impurità, rendendola più penetrabile ai successivi trattamenti;
  • macchina disungitrice: dell'acqua tiepida viene gettata a doccia sulla lana che scorre lentamente su un nastro sottostante . In questa fase si eliminano i primi grassi solubili in acqua;
  • vasche di acqua e carbonato di soda e saponi alla temperatura di 40°-50°. E' la fase in cui si sgrassa la lana dai grassi non solubili in acqua semplice. Tra una vasca e l'altra i fasci di lana vengono spremuti per far uscire il liquido grasso. In questa operazione viene persa circa la metà della lana raccolta ed è molto delicata perchè può provocare l'infeltrimento irreversibile della lana. E' in questa ultima operazione che si ricava il grasso ( lanolina ) che riveste le fibre, sostanza secreta dall'animale, destinata all'industria farmaceutica e cosmetica.

4) Asciugatura delle fibre .

La lavorazione seguente all'asciugatura percorre un iter differente a seconda del mercato finale al quale è destinata la lana.




FILATURA DI FIBRE CORTE ( fino a 60-70 mm )


Viene utilizzato il sistema a filatura cardata, un processo di produzione che porta alla realizzazione di filati più grossi e tessuti più pesanti.

E' un processo semplificato rispetto a quello previsto per le fibre lunghe.
Al fine di migliorare le caratteristiche qualitative della fibra corta, in questa fase si possono utilizzare anche fibre di lana vergine mischiate con :
- fibre chimiche;
- fibre di scarto di lavorazioni intermedie;
- fibre rigenerate provenienti da materiali tessili da reciclare.

Con la CARDATURA, le fibre vengono districate(sfioccate)  attraverso le carde ( insieme di rulli muniti di punte di apposita finezza che assottigliano mano mano le fibre al loro passaggio ) e parallelizzate ossia orientate in un unica direzione, per essere trasformate in nastri di fibre raffinate (velo di carda ) omogenee e pronte per essere trasformate in stoppini ( fili cilindrici con falsa torsione,dallo spessore fino a 3 volte superiore al filato finale ) .

La filatura che segue la trasformazione in stoppino, viene eseguita in genere con un filatoio intermittente self-acting, un macchinario che procede alla torsione ripetitiva dello stoppino fino alla produzione del filato dello spessore desiderato (titolo).


Il prodotto che si ottiene, detto lana cardata, ha le fibre disposte irregolarmente ed incrociate tra di loro,  ha una maggiore corposità, è più caldo, soffice e rigonfio,  ma è più fragile (perchè più peloso) e quindi meno resistente. Destinato alla produzione di abbigliamento di minore pregio, di  maglieria, di tappeti.



FILATURA DI FIBRE LUNGHE 




Viene utilizzato il sistema a filatura pettinata.
E' il ciclo più complesso, finalizzato alla produzione di filati più fini per tessuti di moda di alta qualità, leggeri, dalla mano morbida, con elevata traspirabilità e altre caratteristiche appetibili ad un consumatore finale attento e selettivo.
Per ottenere questo tipo di tessuto il processo di produzione richiede un elevato numero di passaggi effettuati su diverse macchine.

Mentre nel ciclo precedente si passa dalla cardatura direttamente alla filatura dello stoppino, in questo caso alla cardatura ( talvolta non viene eseguita sulle fibre lunghe in quanto le sottopone ad un danneggiamento con conseguente perdita di resa delle stesse ) segue la PETTINATURA. 

Con la PETTINATURA, si esegue una maggiore parallelizzazione delle fibre, vengono scartate le fibre morte e le fibre troppo corte e le impurità ancora presenti da macchine provviste di diversi organi rotatori.


Come viene eseguita? 
Immaginate di tenere un fascio di fibre con una mano e con l'altra di pettinarlo.
In questo modo tutte le fibre troppo corte per essere tenute ferme insieme alle altre nel fascio , scorrono via attraverso i denti del pettine contemporaneamente alle impurità ancora presenti rimaste impigliate insieme alle fibre.

Dopo la pettinatura le carde o i nastri ottenuti vengono passati ad un filatoio quasi sempre ad anelli. Il filatoio esegue contemporaneamente lo stiro ( che equalizza ulteriormente la lunghezza delle fibre ) e l'anello esegue la torsione delle fibre.

Il filato che si ottiene, la LANA PETTINATA, è resistente, liscio, fresco al tatto, privo di peluria.


In questo tipo di lavorazione si hanno molte perdite di materiali attribuibili alla rottura di fili, agli scarti di produzione,  fibre corte cadute.

Il materiale che "avanza" viene riutilizzato per la produzione di lana cardata o nella produzione di lana rigenerata.


FASI FINALI DI LAVORAZIONE PRIMA DELLA TESSITURA


Dopo la filatura, occorre preparare il filato alle operazioni di tessitura e quindi viene sottoposto ad ulteriori 3 fasi di lavorazione.


LA ROCCATURA: Operazione in cui si trasferisce il filato da una confezione di tubetto o tubettone in rocca ad una confezione cilindrica o conica . La forma della confezione è stabilita sulla base della macchina di tessitura alla quale è destinato il filo. Per i filati di maglieria , questa operazione è  anche accompagnata da una lubrificazione del filo con paraffina per facilitare l'infilatura negli aghi da maglieria. 

LA STRIBBIATURA : In questa fase viene effettuato un controllo sul filo per eliminarne i difetti, tagliando il tratto di filo con difetti di torsione o irregolarità . 


IL  VAPORISSAGGIO: Fase dedicata alla stabilizzazione delle fibre che a causa delle continue torsioni al filato possono creare aggrovigliamenti. Viene effettuata attraverso l'esposizione delle fibre all'azione combinata di umidità e calore.



Bene...la puntata sulla lana non termina qui....la prossima volta parleremo della sua classificazione e altro!


Nessun commento:

Posta un commento